Che cos’è la Glucosammina?

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Tutti gli utilizzi, le funzioni, gli effettivi benefici e le controindicazioni che riguardano questo particolare amminomonosaccaride presente nel nostro organismo.

 

La Glucosammina è uno dei componenti maggiormente presenti nella struttura di diversi animali, soprattutto quelli caratterizzati da una corazza, come i crostacei, gli artropodi, ovvero una vasta varietà di invertebrati, celomati e protosomi, insomma tutte quelle specie, marine e terrestri, che potremmo quasi classificare come primordiali.
Inoltre, anche i funghi, le spore e i batteri ne sono provvisti, così come le cellule del corpo umano. Il termine in realtà non rappresenta soltanto un elemento chimico, bensì una classe, quella dei regioisomeri amminodeossiglucosio, di cui il glucosio e la maggior parte degli zuccheri fanno parte.
La sua formula chimica è così composta: C₆H₁₃NO₅, è spesso chiamata anche 2D-Glucosammina, ovvero 2 ammino, composti derivati dall’ammoniaca, 2 deossi, elementi chimici che si creano conseguentemente alla perdita di atomi di ossigeno, e glucosio.
Questa è estratta dagli esoscheletri dei crostacei tramite idrolisi, e fu individuata per la prima volta nel 1876 dallo studioso Ledderhose, tuttavia fu classificata soltanto nel 1939 dal chimico e tossicologo Walter Norman Haworth, colui che scoprì la formula dell’acido ascorbico e la sintetizzò in laboratorio per la prima volta per la commercializzazione.
Questa molecola non è solo una delle tante che compongono il nostro corpo, ma desta da decenni un enorme interesse grazie alle sue particolari proprietà e funzioni che svolge per la cura di alcune specifiche malattie, soprattutto quelle legate alle ossa, alle articolazioni e al sistema muscolare.
Inoltre è ampiamente utilizzata dagli sportivi, a volte con poca cognizione, sotto forma di integratori in polvere o in capsule.

 

Proprietà

A cosa serve la Glucosammina? Come abbiamo visto, si tratta di una molecola che viene ricavata dal glucosio, la sua forma è classificabile come catena polisaccaride, e si trova già all’interno del nostro corpo.
Infatti, questa compone buona parte dei tessuti cartilaginei, è impiegata nel mantenimento della struttura muscolare e contribuisce alla sua funzionalità. Inoltre, non solo è in grado di formare acido ialuronico, che protegge e tonifica le cellule, ma è presente anche nel liquido sinoviale, lo strato viscoso che si trova tra le cartilagini e che fa scorrere nel modo corretto le ossa durante il movimento.
Una mancanza di tale fluido può provocare la rottura o l’assottigliamento dei legamenti, che sfregano e provocano dolorose infiammazioni, come per esempio quella a carico delle ginocchia.

Benefici

Secondo alcuni recenti studi, è stato dimostrato che l’utilizzo per un periodo prolungato di un integratore a base di Glucosammina possa favorire l’assorbimento dei glicosamminoglicani, ovvero le lunghe e funzionali catene presenti nelle ammine contenenti zuccheri, migliorando i sintomi legati alle patologie a carico delle cartilagini e delle articolazioni.
Queste possono ridurre il dolore e migliorare la mobilità dei pazienti affetti da artrosi, una delle malattie più frequenti nelle persone anziane, che a causa appunto dell’età, tendono a ridurre e rallentare la produzione di Glucosammina.
Inoltre, viene impiegata anche per la cura di altre patologie articolari come l’osteoartrite, migliorando anche in questo caso la situazione generale di dolore, mobilità e facendo diminuire anche la quantità di farmaci antinfiammatori, che tali pazienti sono talvolta costretti a prendere.
Tuttavia, nonostante nel corso degli anni siano state effettuate numerose ricerche in merito, alcuni specialisti non sembrano essere convinti sull’utilizzo di integratori in caso di malattie gravi senza prescrizione medica, come quelli acquistabili online o nelle parafarmacie, poiché la quantità di principio attivo sarebbe troppo ridotta.

 

Integratori a base di Glucosammina

In commercio è possibile trovare tre tipologie di integratori aventi come principio attivo tale molecola: la Glucosammina solfato, che ha una biodisponibilità e grado di assimilazione del 65%, quella cloridrato all’83%, e infine la N-acetil Glucosammina del 75%.
La tipologia più adatta viene scelta in base alla situazione, per esempio le prime due sono spesso prescritte per la cura dell’artrosi, soprattutto quella riguardante le ginocchia. L’ultima variante, invece, ha riscontrato degli effetti positivi sui pazienti affetti da degenerazione dei tessuti articolari.
Tuttavia, secondo gli ultimi studi, pare sia in grado di apportare un miglioramento in caso di malattie infiammatorie intestinali gravi, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
Spesso però, a causa del fatto che questo tipo di integratore viene per lo più adoperato dagli sportivi, per prevenire o curare gli strappi muscolari e i danni ai legamenti, è venduto in accoppiata con altri elementi utili all’organismo.
Per esempio la vitamina C, che aiuta a mantenere più forte il sistema immunitario, inoltre favorisce l’assimilazione del collagene da parte delle cellule, sintetizzato proprio dalla Glucosammina.
È possibile trovare percentuali di erbe e spezie medicali, come la curcuma o lo zenzero, anche loro impiegate come immunostimolanti, oppure altri elementi chimici incaricati della salvaguardia dei tessuti connettivi o per diminuire i dolori articolari, come lo zinco o il selenio.
Tuttavia, il supplemento alimentare più diffuso e apprezzato dagli atleti è quello a base di Glucosammina solfato e condroitina, che insieme alla prima, caratterizza una buona parte dei tessuti cartilaginei, quelli che ricoprono e proteggono i nostri muscoli.
Anche questa molecola, per poter produrre integratori, viene estratta dagli animali, in particolare dalla trachea o altre parti di squali e pesci facenti parte della famiglia dei condritti.
Di norma, un supplemento alimentare simile è molto efficace se impiegato per la cura dell’osteoartrite, l’osteoartrosi oppure contro l’assottigliamento dei tessuti cartilaginei causato da una frequente attività sportiva.
Anche se quest’ultimo tipo di prodotto potrebbe far storcere il naso degli utenti vegetariani e vegani, precludendo così un eventuale acquisto e l’assunzione, ma in realtà è possibile reperire sul mercato anche articoli a base di Glucosammina vegetale, ricavata dal mais.
A volte tale formulazione viene preferita anche dai soggetti allergici, non contenendo crostacei, e persino dai celiaci e dagli intolleranti al lattosio. Una proposta decisamente più allettante per chi ha a cuore l’ambiente e ha deciso di intraprendere uno stile di vita più rispettoso della natura e con maggiore riguardo verso gli animali.

Modo d’utilizzo

Secondo le disposizioni generali del Ministero della Salute, l’integrazione di Glucosammina non dovrebbe essere superiore ai 1500 mg giornalieri, che devono essere assunti almeno in tre momenti differenti, a distanza di qualche ora.
Il motivo di questa scelta è che, nonostante il corpo riconosca già la molecola come propria, ha bisogno di tempo per smaltirne l’eccesso, dunque una dose eccessiva potrebbe causare un sovraccarico a livello epatico e manifestare spiacevoli effetti collaterali.
Sul mercato sono presenti integratori alimentari in capsule, più semplici da assumere, oppure in polvere, per i quali è necessario controllare scrupolosamente la posologia riportata sulla confezione, poiché questa potrebbe variare in base al peso, all’età e al tipo di problematica che si vuole risolvere.

 

Effetti collaterali

In generale, a parte in caso di presenza di malattie gravi già conclamate, il nostro corpo riesce a tollerare abbastanza bene la Glucosammina, anche in dosi più elevate del dovuto. Tuttavia, è sempre sconsigliato assumere una percentuale giornaliera maggiore rispetto a quella riportata sulla confezione, per evitare la comparsa di fastidiosi effetti collaterali.
Nel caso della variante legata alla molecola di solfato, gli utenti con problematiche intestinali dovrebbero porre una maggiore attenzione, poiché in caso di sovradosaggio potrebbero presentarsi spiacevoli reazioni, come nausea, vomito, diarrea e dolori addominali.

 

Controindicazioni

Come ogni integratore, anche in questo caso è bene prestare attenzione nel caso in cui si sia affetti da particolari malattie. Un esempio potrebbe essere il diabete di tipo 2 o l’obesità: essendo un derivato del glucosio e degli zuccheri in generale, è altamente sconsigliato in presenza di patologie simili.
Inoltre, considerando che la Glucosammina viene estratta generalmente dal carapace dei crostacei, lo stesso discorso va fatto per i soggetti allergici a tali alimenti, che potrebbero manifestare sintomi anche molto gravi, come lo shock anafilattico.
Per quanto riguarda le donne in stato di gravidanza e allattamento, data la scarsità di studi in merito, è opportuno astenersi dall’assunzione in via preventiva. In ogni caso, in presenza di patologie accertate o meno, è opportuno recarsi da un medico, piuttosto che decidere di intraprendere una cura con un integratore a base di Glucosammina, potenzialmente pericoloso.
In ultimo, ma non meno importante, è consigliabile sempre controllare prima la presenza di altri ingredienti o eccipienti, che potrebbero risultare non compatibili oppure eccessivamente pesanti.
Un esempio potrebbero essere l’acido ascorbico, la curcuma o lo zenzero, spesso venduti in accoppiata alla molecola in questione, che potrebbero causare irritazione in caso di allergia, oppure dolori addominali e diarrea nei soggetti dall’intestino più sensibile.

Interazioni con altri farmaci

In linea di massima, poiché la Glucosammina è già presente nel nostro organismo, non presenta molte controindicazioni o reazioni avverse in concomitanza con l’utilizzo di altri medicinali.  Tuttavia, come abbiamo già accennato, tale molecola nasce a partire dal glucosio e ne contiene ovviamente una percentuale.
Per questo motivo, le persone che sono in terapia a causa del diabete tramite farmaci ipoglicemizzanti, come per esempio gli inibitori dell’Alfa-glucosidasi, oppure la metformina, dovrebbero astenersi dall’assunzione di un integratore simile.
Oppure, nel caso in cui fosse possibile modificare le dosi di tali medicinali, è consigliabile consultare il proprio medico e valutare il da farsi.

 

 

 

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